sabato, ottobre 07, 2006

Don Camillo - Empòrio Pitaciò

È molto che non scrivo più su questo blog perché gli impegni per la tesi sono talmente tanti e io sto talmente indietro che … Però un po' di cazzeggio non fa mai male: uno dei miei preferiti si chiama Don Camillo di Giovannino Guareschi.
E allora vi regalo un pezzo tratto dal racconto Empòrio Pitaciò.

Tutta la gente si svegliò e dischiuse le finestre e dalle fessure rimirò sbigottita Empòrio Pitaciò che era tornato indietro e ora cantava in mezzo alla piazza deserta.
Una, due, cinque, dieci aire; una dopo l'altra, una più difficile dell'altra, e l'ultima fu proprio quella che Empòrio aveva dovuto interrompere alcune ore prima nel salone: "Celeste Aida".
Quando arrivò all'acuto, là dove era esplosa la stecca, la voce balzò sicura all'arrembaggio di quella nota che, forse, nessuno era riuscito mai a sfiorare, e l'agguantò sicura per il lungo gambo e la colse come fosse un fiore e, come fosse un fiore, la depose davanti alla saracinesca polverosa del negozietto che portava scritto sull'insegna scolorita:

GIOSUE' BIGATTI
& FIGLIO
EMPORIO
ARTICOLI CASALINGHI

(NOTA: era il negozio dei genitori ormai morti da anni)

Etichette: , , , , ,